C’è una nuova generazione di studenti che non ha paura di misurarsi con il mondo. Una generazione che considera naturale attraversare oceani, cambiare lingua, scegliere università lontane migliaia di chilometri pur di inseguire un percorso di crescita personale e professionale.
Una parte di questa generazione nasce nelle aule del Liceo STEAM International del Polo Giuseppe Veronesi, dove ogni anno più di uno studente su tre — circa il 35% dei diplomati — decide di proseguire gli studi all’estero. Un dato eccezionale, quasi tre volte superiore alla media nazionale, che si attesta attorno al 5%.
Tra queste storie c’è quella di Martina, oggi studentessa alla Wharton School della University of Pennsylvania, una delle università più prestigiose e selettive degli Stati Uniti. Entrare alla Wharton — parte dell’Ivy League — significa superare un processo di selezione durissimo, con tassi di ammissione che si aggirano attorno al 5%. Il suo percorso, però, comincia da Rovereto. Da Rovereto a Philadelphia: una storia che racconta una scuola diversa
“Il Liceo STEAM è stato molto più di una scuola", racconta Martina. "Lì ho trovato un ambiente multidisciplinare e innovativo, un luogo dove la curiosità, il senso di responsabilità e la libertà intellettuale venivano coltivati ogni giorno. " "Se dovessi definire lo STEAM, direi che è una scuola che ti insegna a collegare mondi diversi: non come compartimenti separati, ma come parti di una stessa realtà complessa", continua. "Durante tutto il mio percorso la scuola è sempre stata un sostegno fondamentale, credendo in me con una naturalezza che mi ha dato coraggio."
Le sue parole racchiudono l’identità del Polo Veronesi, che negli ultimi anni ha costruito un modello educativo fondato su pilastri solidi: internazionalizzazione reale, con scambi, Erasmus+, certificazioni e un curriculum aperto al mondo; didattica innovativa, capace di integrare scienza, tecnologia, creatività e pensiero critico; competenze trasversali, indispensabili per muoversi in contesti globali e complessi; attenzione ai talenti individuali, alla curiosità e alla crescita personale.
È un modello che non si limita a preparare gli studenti a un esame, ma li accompagna nel costruire un’identità aperta, competente e autonoma.
“Una scuola che supera i confini”: il commento della Dirigente Laura Scalfi “La storia di Martina è una delle tante che testimoniano cosa può diventare oggi una scuola”, afferma Laura Scalfi, dirigente del Polo Giuseppe Veronesi. “È un modello che supera i confini geografici, ma anche quelli culturali e formativi. Una scuola che non si esaurisce nella preparazione ai test universitari, ma che punta a formare cittadini capaci di muoversi nel mondo, di leggere la complessità, di non avere paura del nuovo e del diverso”. La dirigente sottolinea come il percorso internazionale degli studenti sia ormai un tratto distintivo del Liceo STEAM International: “Il dato nazionale parla di un 5% di diplomati che prosegue gli studi all’estero, 10% tra i liceali. Il nostro 35% racconta una vocazione internazionale chiara e radicata”.
Un risultato che, secondo Scalfi, non sempre trova spazio negli indicatori tradizionali: “Ci sono percorsi, talenti e mete che sfuggono alle classifiche. Non perché valgano meno, ma perché appartengono a un’idea di scuola diversa, più ampia. Le storie dei nostri ragazzi lo dimostrano ogni giorno”.
Un modello di scuola che guarda avanti Il Liceo STEAM International continua a investire su questa visione: curricula internazionali, programmi europei, orientamento personalizzato, rapporti con università e imprese, una didattica interdisciplinare che mette al centro tanto le competenze quanto la persona. “Le scuole devono preparare i ragazzi non solo ad affrontare un esame,” conclude Scalfi, “ma a entrare nel mondo con curiosità, responsabilità e coraggio. È quello che cerchiamo di fare ogni giorno”.
Open Day e informazioni
Gli open day del Liceo STEAM International sono attualmente in corso. Date e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito ufficiale.